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Un incontro, vari incontri

Francesco Dell'Orso


Tanti, troppi anni fa, Francesco ha varcato la soglia del monastero di Sant’Agnese in Perugia, non per ammirarvi l’affresco del Perugino com’era avvenuto in precedenza, ma per raggiungere la biblioteca, che le sorelle volevano risistemare e catalogare.

Aveva saputo da un’amica comune di questa loro esigenza. Era bibliotecario, ha proposto la sua collaborazione. È iniziata così una frequentazione ravvicinata e prorogata negli anni fra un umanista laico, agnostico, e le sorelle che sul pensiero divino fondano ogni loro agire. Sono nati col tempo dei legami di amicizia ed affetto autentico e rispettoso.

Ricordo ancora quando mi raccontava con un sorriso il caffé che gli facevano trovare a ogni sua visita, il lavoro in collaborazione con Agnese, i fiori e le verdure che riportava a casa.

Durante i nostri viaggi in Francia faceva incetta di marmellate da regalargli, cercò una corda di arpa che mancava a Sara.

Era presente in chiesa quando Agnese prese i voti, e insieme ci eravamo messi in cerca dei sandali che voleva regalarle in quell’occasione.

Lo rivedo negli ultimi mesi della sua vita, nonostante la malattia, concentrato sui problemi di soggettazione di argomenti religiosi, a lui meno familiari, sempre in vista di migliorarne la classificazione.

Ora Francesco da sette anni non c’è più, però a me, sua moglie e a Cristina, sua sorella, ha trasmesso il privilegio di prolungare quel rapporto da lui avviato. Continuano i nostri scambi con le sorelle, da lontano o da vicino.

Io vivo nel mondo, non mi dedico a nessuna pratica religiosa. Le sorelle, beh, si sa, hanno le giornate scandite dalla preghiera. Ma i nostri incontri sono sempre improntati all’affetto e al rispetto reciproco, io vicino a loro mi sento in pace.

E così quell’incontro casuale si è arricchito, moltiplicato ed esteso nel tempo. Ognuno dei suoi protagonisti ne interpreterà a modo suo l’origine e il significato.

Ma per tutti, mi pare, è portatore di senso e veicolo di vita.

Odile