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“La musica come opera di Dio”, di Michael Mellner, diacono.

Questo è il motivo principale che fa nascere Rock in Ecclesia


È possibile pensare l’uomo senza la musica? Ormai questa ‘cosa’ è parte dell’uomo da che mondo è mondo. Essa è stata insieme all’uomo di ogni epoca dell’umanità e lo ha accompagnato in maniera così intima da fargli creare melodie e opere così stupende, complesse, sorprendenti da farci domandare quale fosse l’origine di quelle musiche!

 Nello studio della storia delle religioni è dato comune a tutti gli storici che non è mai esistita nella storia dell’umanità una popolazione, un agglomerato di esseri umani, senza che avessero una religione, una credenza. L’idea di una divinità da venerare o adorare è sempre stata nel cuore dell’uomo…da che uomo è uomo e mondo è mondo. Questi due aspetti della vita degli esseri umani, paiono quindi essere sempre con-correnti la vita degli stessi che vi si dedicavano.

È quindi possibile che siano, in un certo senso, collegate? In altre parole, è possibile pensare che una (la divinità) sia stata l’artefice dell’altra (la musica)?

La scienza, l’uomo scientifico, direbbe il suo netto no preferendo una anti scientifica incertezza e non risposta (alla domanda di come è nata questa grande cosa che è la musica).

Accade così anche per chi interpella la scienza sui grandi interrogativi dell’uomo: sulla nascita dell’universo, della vita, degli uomini. Preferiscono una indimostrabile – e quindi anti scientifica – teoria all’aprirsi a valutare, se non altro, altre probabili risposte.  

 Ma se si guarda alla complessità della musica, come alla complessità dell’universo, alla sua varietà, simile alla varietà dell’universo, alla sua bellezza, come alla bellezza dell’universo, come è possibile che non si dia una possibilità al pensiero che Qualcuno di infinitamente bello, vario, semplice ma complesso, sia stato il creatore di questa cosa chiamata musica?

 Reputo che la risposta sia legata alla conoscenza personale che si possiede di entrambe le cose, la musica e Dio. E reputo che più si approfondisce la loro conoscenza, più chiara è la risposta.

 Nel mio cammino di vita ho avuto la grazia di poter conoscere in maniera molto approfondita entrambe, a tal punto da essere entrambe la mia vita. Sono cristiano (cattolico romano) da quando mi ricordo di esistere…e sono musicista da poco più della nascita (6 anni) … ora ne ho 56.

 Dio e la musica mi sono state così compagni di vita da pensare all’impossibilità che fossero staccati l’Uno dall’altra. È stata una consapevolezza e certezza fissa nel mio cuore e nella mia mente, a tal punto da desiderare, un giorno, di farli ‘riunire’, in un certo senso. Ho deciso, in altre parole, di dire il mio grazie a Dio col dedicarGli un progetto dal quale trasparisse che la sua ispirazione è artefice dello stesso.

Questo è il motivo principale che fa nascere il Rock in Ecclesia.

Essendo la musica parte integrante della storia della Chiesa (ma anche della storia di Israele, quindi della storia della salvezza), ho potuto avere conferma di quanto ho esposto poco sopra, e cioè che la sapienza della Chiesa ha attribuito al suo Signore ogni nota, melodia e testi.

Ho quindi preso quelle note e melodie perchè avevo la certezza che avessero addirittura più di quanto sapessero i padri compositori della musica sacra cristiana.

Consisteva, quel di più, nel fatto che quella incredibile musica dedicata alla lode di Dio, fosse adattabile alla modernità senza che se ne sciupasse la bellezza e la forza.

 Ho dunque desiderato accettare il compito di dimostrare che quella musica incredibilmente bella dedicata a Dio potesse essere riadattata alla musica moderna, attraverso l’accezione (il rock) considerata più lontana alla musica sacra.

 Ma come procedere? È stata la domanda che mi ha tormentato per anni e anni! Ma, di nuovo, la risposta era semplice: bastava ascoltare e aprire il cuore.

E ho ascoltato, per anni e anni, quelle musiche che andavo ascoltando alla Messa. A volte suonate ad arte, altre suonate strampalate e un po’ stonate. Poi mentre ascoltavo ho aperto il cuore che aveva racchiuso anni ed anni di conoscenza e pratica musicale: Dio ha fatto il resto!

È venuto il tempo, infatti, che mentre ascoltavo la musica della Messa io riuscissi contemporaneamente a ‘vestirla’ di un ritmo, uno strumento, una sonorità propria della modernità, sentendo che quel riadattarla non perdeva di forza e bellezza. Ho sognato mille e mille volte quell’ “Hai dato un cibo” dell’Offertorio, oppure quel “Noi canteremo gloria a Te” fatti con una chitarra elettrica…

Ed è venuto il tempo in cui ho messo in pratica quel sentire durante la Liturgia: era nato l’album tutto dedicato a Cristo che ho chiamato Rock in Ecclesia.

 Di uno dei due brani menzionati offriamo l’ascolto, nella speranza che diano quelle emozioni che ancora oggi, a distanza di anni, danno a me che le ho assaporate nelle loro profondità.

 Ad maiorem Dei gloriam…

 diacono, e indegno servo di Cristo, Michael

 Link per il brano “We shall sing”, riadattamento moderno del brano

“Noi canteremo gloria a Te”: