I quattro grandi crocifissi della serie “Il vivere contemporaneo crocifigge il creato” fanno luce sulla sofferenza che pervade il rapporto fra l’uomo e la natura che abita. 

Il creato, inteso nel suo senso più ampio, che abbraccia ogni creazione e ogni creatura, compreso l’essere umano, vive nel dolore delle conseguenze di non esser stato in grado di rendere se stesso parte del mondo in cui vive.

 La potenza, semplice ed evocativa, di Perrone sta nel porre questo rapporto in discussione: un uomo, solo, di cui non si scorge il volto, crocifisso in una natura evocata nella forza della sua manifestazione. 

Pennellate immancabilmente energiche che costringono l’osservatore a compartecipare a questo dolore, scevro dal tempo, ma che lo contiene, atavico e insieme eterno. 

La contemporaneità tutta è racchiusa in queste quattro tele, esposte in un luogo vivo, nascosto e prezioso, il Monastero di Sant’Agnese, che, sembra suggerire l’artista, può essere il punto da cui far ripartire una riflessione virtuosa su questo rapporto e sul modo di vivere, con introspezione, consapevolezza e comunione, come parte di un sistema che nella terra affonda le radici e dalla terra deve rinascere, esattamente come quel legno della croce, che sembra punire l’uomo ma che, ad uno sguardo più attento, pare anche sorreggerlo.